Storie di fotografie, Rosa Parks

Storie di fotografie è la nuova rubrica di Archiminimal Blog, curata da Edmondo Di Loreto che ogni settimana ci propone una fotografia di cui racconta la storia che in essa vive per sempre.  Iniziamo oggi con  “It all started on the bus”, la storia di Rosa Parks

Storie di fotografie si propone di raccontare la storia celata dietro uno scatto fotografico, le particolari situazioni ed i fortuiti eventi che hanno generato una fotografia, inducendo il fotografo a scattarla, rendendo così immortale un momento unico, irripetibile.  La rubrica è curata da Edmondo Di Loreto che, prendendo spunto dall’attualità, da particolari ricorrenze, ma anche da circostanze curiose piuttosto che eventi storici, sceglie una fotografia di un autore contemporaneo o del passato, per svelarne la storia con la spiccata sagacia che lo contraddistingue.

“It all started on the bus”, la storia di Rosa Parks

rosa-parks-1Il 1º dicembre del 1955, a Montgomery (Usa) capitale dello stato dell’Alabama, una giovane donna di colore, Rosa Parks,  stava tornando a casa in autobus. Poiché l’unico posto a sedere libero si trovava nella parte anteriore del mezzo, quella riservata ai bianchi, decise di andarsi a sedere proprio li! Poco dopo salirono sull’autobus alcuni passeggeri bianchi; i quali trovando il loro posto impropriamente occupato da Rosa, fecero presente la cosa al conducente. James Blake, questo era il nome dell’autista,  le ordinò allora di alzarsi e andare nella parte riservata ai neri. Ma al rifiuto netto e deciso della donna, stanca di essere trattata come una cittadina di seconda classe, per giunta costretta anche a stare in piedi, il conducente fermò l’automezzo e chiamò due poliziotti per risolvere la questione. Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine. Da allora è conosciuta come ” la donna che non si alzò “.

 

Da questo provvedimento giudiziario e sull’onda dei primi fermenti dei movimenti per i diritti civili che da lì a poco avrebbero caratterizzato la vita Americana, la comunità afroamericana pose in atto una serie di azioni di protesta, fra cui il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, durato 381 giorni e considerato l’atto d’avvio del moderno movimento per i diritti civili che, all’inizio degli Anni Sessanta, sfociò nel varo del Civil Rights Act. Una delle anime di questa iniziativa fu l’allora giovanissimo Martin Luther King. Il 13 novembre 1956, la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò fuorilegge la segregazione razziale sui mezzi di trasporto pubblici poiché giudicata incostituzionale.

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Ai tempi del rifiuto, la Parks faceva la rammendatrice in un negozio di Montgomery. Divenuta con il suo rifiuto la “madre del movimento dei diritti civili”, la Parks non ebbe tuttavia vita facile, in un’America alle prese con le sue grosse contraddizioni sociali, di cui un esempio è rappresentato dalla vicenda del reverendo Martin Luther King, che dopo aver ottenuto un premio Nobel per la pace grazie alla sua azione politica, finì ucciso da un segregazionista a Memphis nel Tennessee nel 1968.

La Parks e il marito furono oggetto di minacce e di angherie e impossibilitati a trovare lavoro, si trasferirono nel Michigan dove lui morì nel 1977; Rosa fu l’assistente del deputato Conyers per lungo tempo – lavorò nel suo ufficio dal 1965 al 1988 – e divenne un simbolo per ogni conquista della comunità afroamericana. Detroit, la città che l’aveva adottata, le aveva già dedicato in vita una strada e una scuola media. Lei aveva risposto creando il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development, dove i giovani della città, ancora oggi, imparano a divenire leader e a difendere i diritti civili e dell’uomo.

A distanza di 61 anni, la foto di oggi ci riporta all’atmosfera tesa di quei giorni.

Alla prossima. Ed!

14797278_1273568342694141_1908902626_nEdmondo Di Loreto: è nato a Roma nel 1956 e vive tra Puglia e Abruzzo. Fotografa, con passione ondivaga, dall’età di 7 anni. Ha viaggiato in tutto il mondo ed ha realizzato numerosi reportage. Nel 1994 ha vinto il concorso nazionale di foto-reportage Petrus World Report.  Nel 2004 ha ricevuto il gran premio della giuria al concorso del Touring Club Italiano sulle case rurali “Alta Definizione della campagna Italiana”. Nel 2006 è stato uno dei 5 autori selezionati per il Premio Chatwin: Camminando per il mondo con due video, un racconto ed un portfolio fotografico sui popoli del fiume Omo in Etiopia, esposto a Genova presso il Museo del Castello d’Albertis. E’depositario e curatore dell’archivio storico fotografico familiare che comprende oltre 10.000 immagini in lastra e negativi ed ha donato parte di tale materiale al Museo del Territorio di Foggia che lo espone in pianta stabile. E’ socio del FotocineClub Foggia BFI EFI  del quale è stato anche vicepresidente e con cui ha allestito varie mostre personali e numerose collettive. Con Elio Carrozza e Giovanni Torre ha promosso il progetto Anime Salve legato alla questione delle migrazioni che, con una mostra e due volumi fotografici, sta girando l’Italia. Ogni volta che può, promuove la fotografia in ogni sua forma e significato.  

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