De Stijl e il Neoplasticismo in architettura

di Luigi Coluccia

Nei primi decenni del ‘900 il Futurismo non fu l’unica corrente artistica ad influenzare l’Architettura. Un altro movimento, il Neoplasticismo, inizialmente circoscritto al mondo artistico olandese,  prendeva piede e veniva formalmente fondato nel 1917 con la pubblicazione della rivista De Stijl.

La rivista, il cui nome tradotto in Italiano è Lo Stile, fu fondata da Theo Van Doesburg che ne fu anche Direttore. Nella sua redazione si sono avvicendati molti elementi di spicco del mondo artistico del tempo, ma senza dubbio il più rappresentativo è stato Piet Mondrian, principale promotore delle nuove idee di questo movimento-tendenza.

Questa nuova corrente, il cui nome deriva dal termine olandese Nieuwe Beelding  nasceva in antitesi agli eccessi decorativi dell’Art Nouveau e si fondava sull’eredità raccolta dai movimenti avanguardistici dell’epoca, in cui le forme rappresentate venivano semplificate, i volumi ridotti a pari e la visione prospettica abbandonata. Si teorizzava in essa anche il superamento del principio cubista, promuovendo una assoluta razionalità e purezza formale. Nella teoria neoplastica si tende anche a superare la tradizionale distinzione fra le varie discipline artistiche e come ci ricorda Giulio Carlo Argan «nella poetica neo-plastica è estetico il puro atto costruttivo: combinare una verticale ed una orizzontale oppure due colori elementari è già costruzione. È il principio in cui credono ugualmente un pittore come Mondrian, uno scultore come Vantongerloo, architetti come G. T. Rietveld, J. J. Oud, C. van Eesteren.»

Nella pittura, i neoplastici perseguono l’astrattismo geometrico, ossia l’utilizzo degli elementi base della geometria, quali la linea e l’angolo retto. Sul piano cromatico e compositivo è prevalente l’utilizzo dei soli colori primari affiancati al nero, bianco e grigio. Angoli retti e colori sono volti a formare figure geometriche semplici – tipicamente rettangoli e blocchi cromatici ripetuti, come nei famosi dipinti di Mondrian.

“Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l’armonia tramite l’equilibrio dei rapporti fra linee, colori e  superfici. Solo in modo più nitido e più forte”.  (Piet Mondrian)

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Composizione con rosso, giallo e blu – Mondrian, 1921

La nuova teoria trova quindi applicazione anche nell’architettura, ove le zone di non colore corrispondono al vuoto e quelle colorate al pieno.

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Rood-blauwe stoel – G. T. Rietveld, 1918

La massima espressione dell’architettura neoplastica è da ricercare nell’opera di Gerrit Thomas Rietveld, ebanista artigiano prima, architetto e designer successivamente, che nel 1919 aderisce formalmente al movimento “De Stijl”. Già negli anni precedenti alla sua adesione al movimento aveva realizzato la sedia rosso e blu, ritenuta il primo oggetto di design, semplificato nella struttura e lineare nella forma, che esprime i criteri della ricerca di De Stijl.  Gli oggetti di design sono il preludio alla sua attività di architetto.

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Casa Schroeder – Disegno – T.G. Rietveld, 1924

Lo stesso gioco di rettangoli e cromie caratterizza la Casa Schröder a Utrecht (1924) – vera icona dell’architettura De Stjil – nella cui concezione Rietveld realizza una perfetta sintesi delle teorie del movimento, ove gli oggetti di arredo e la struttura architettonica sposano gli stessi principi costruttivi. Al civico 50 della Hendriklaan Prins, la casa si sviluppa su due livelli, pian terreno e primo piano. Dal punto di vista progettuale basa su quattro elementi fondamentali:

  • Elementi primari di colore bianco che determinano la forma e la struttura della casa;
  • Elementi piani di colore grigio o bianco volti a definire il rapporto tra interno ed esterno;
  • Elementi lineari, verticali ed orizzontali – architravi, pilastri, pluviali – di colore giallo, rosso e blu abbinati al bianco, grigio e nero;
  • Elementi funzionali – finestre, porte, ringhiere, scala esterna e lucernario –  di colore nero e bianco.

Nella prima concezione della casa, gli spazi interni sono organizzati in base alla funzione a cui sono destinati: al piano terra si trovano gli ambienti per mangiare, studiare e lavorare, delimitati da pareti. Al piano superiore invece, in un ambiente unico, delimitabile attraverso l’utilizzo di pareti scorrevoli, le zone destinate al dormire e alla vita intellettuale. Gli elementi d’arredo sono altresì realizzati dall’architetto.

Il movimento neoplastico subisce una prima battuta d’arresto quando il rapporto tra Mondrian e Van Doesburg entra in crisi. Quest’ultimo infatti viene “accusato” dal primo di aver introdotto la diagonale non solo nella pittura ma anche nell’architettura.

Nel 1921 Van Doesburg si trasferisce in Germania e un anno più tardi tiene un corso su De Stjil presso la scuola di Weimar. Il movimento neoplastico olandese comincia così ad influenzare la scuola di Gropius. Questa esperienza pluriennale con il Bauhaus tuttavia non lo soddisfa appieno, tant’è che lavora alla progettazione di un nuovo movimento d’avanguardia, purtroppo mai concretizzato a causa della sua morte – avvenuta nel 1931 – che decreta anche la fine del movimento di cui è stato il più alto rappresentate.

 

Tate – The Stjil

The Artistory – De Stjil – Major artists

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. giusy ha detto:

    ottimo, preciso ed esaustivo. Complimenti!

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  2. archiminimal ha detto:

    L’ha ribloggato su ArchiMinimal.

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